UN BREVE VIAGGIO NELLA STORIA
L'uso di un mezzo per la correzione di un difetto refrattivo ha una genesi incerta ed affascinante e la strada per arrivare alla moderna correzione visiva è stata lunga e ha visto il contributo di molte culture.
Già i greci avevano sperimentato che una sfera riempita d'acqua aveva il potere di ingrandire le immagini degli oggetti osservati.
Dalla storia antica sappiamo anche che era diffuso l'utilizzo di semplici mezzi di ingrandimento, come gli specchi concavi.
L'uso di strumenti attraverso cui guardare per ottenere un miglioramento della propria vista è testimoniato in più parti su numerosi documenti pervenuti fino a noi. I libri di storia rivelano che attorno al 460 a. C. gli schiavi miopi venivano venduti a prezzo ribassato :i difetti visivi riducevano, infatti, il loro valore perché non c'era modo di correggerli. Gli antichi Romani lamentavano l'insorgere della Presbiopia e ciò significava che avevano bisogno dei loro schiavi che leggessero al posto loro.
Dionisio (che era egli stesso miope ma che non voleva ammetterlo) aveva cortigiani che si fingevano miopi per non dover prestargli attenzione e tenere così lontane le sue ire (aveva, infatti, fama di essere un tiranno). Ci sono anche dicerie su l'Imperatore Nerone : egli reggeva un enorme smeraldo davanti agli occhi quando guardava i combattimenti dei gladiatori.

Tuttavia nessuno sa se questa fosse la prima forma di occhiali da sole o se semplicemente Nerone volesse far bella mostra della sua ricchezza. E' anche possibile che Nerone volesse nascondere il colore del sangue sparso durante le lotte, dal momento che è risaputo che egli aborriva la sola vista di questo.




Le prime testimonianze iconografiche di lenti da occhiali sono riportate in due affreschi del 1352 di Tommaso da Modena e visibili nella chiesa di S. Nicolò, a Treviso. In uno si ritrae il Cardinale Nicholas Da Rouen, intento a leggere con una lente.

Attorno al 1000 d. C. apparve la prima forma di strumento per la visione chiamato "pietra per leggere" : una sfera di vetro che poteva essere posata sopra un testo per ingrandire le lettere.
Non era niente di più di una lente d'ingrandimento ma per allora era una grande novità. I menestrelli nel Medioevo componevano canzoni su questa novità, essa era considerata molto spettacolare.
La collocazione della nascita dell'occhiale, è molto incerta. Da molti viene fatta risalire alla fine del 1200 in Toscana, quando comparvero le prime lenti convesse, per migliorare la vista da vicino. Il primo riferimento autentico alla parola occhiale si trova in un manoscritto del 1282, conservato nell'Abbazia di St. Bavon-le-Gand, in Francia, dove si parla di un prete (Nicholas Bullet) che ne avrebbe usato un paio per firmare un documento.
Altre fonti indicano Venezia come luogo di nascita dell'occhiale, anche se in molti pensano che lo sviluppo delle industrie di produzione di lenti in laguna sia stata successiva a tale invenzione, pur incrementandone la diffusione.
Ad avvalorare questa tesi concorre il fatto che in questi stessi anni era già fiorente l'arte vetraria a Murano

 


Marco Polo
vide i Cinesi che portavano occhiali, ma ci vollero duecento anni circa perché l'uomo mettesse le lenti davanti agli occhi per correggere i difetti visivi. Questo merito va ai Cinesi, Marco Polo ricorda appunto di averli visti con gli occhiali, essi erano sostenuti da cordicelle appese sopra le orecchie.
In Cina si favoleggia tuttora la leggenda secondo cui un certo Cho Tso, una specie di eremita che viveva tra le montagne sacre dello Shen-si, utilizzava un carapace (squama del guscio) di una tartaruga sacra per ricavarne la montatura per occhiali, in cinese yan-jing, "specchi da occhi". Gli ottici cinesi lo considerano il loro protettore, un po' come San Gerolamo per gli europei.
E' proprio in questo periodo che i Veneziani costruirono per primi le lenti che venivano sostenute sul viso da montature, concetto questo che venne poi sviluppato da Roger Bacon in Inghilterra.

Roger Bacon (1214-1292) sembra sia stato il primo a parlare di lenti convergenti quale mezzo per migliorare la visione degli anziani (Opus maius, 1267); questo non significa che sia stato lui l'inventore degli occhiali.




C'è però un dibattito con gli Italiani, che danno il merito ad Armai morto nel 1317 sulla cui lapide è riportata l'iscrizione "l'inventore degli occhiali". Non sapremo quindi mai chi fu il primo, così come affermò nel 1946 Vasco Ronchi : " Molto è stato scritto .... circa l'invenzione degli occhiali, ma alla fine rimane il fatto che il mondo si è ritrovato con gli occhiali sul naso senza sapere chi ringraziare".

La "Worshipful Company of Lenses Makers"
Nel 1629 a Londra, la maggior parte degli ottici erano membri di quella che chiamavano "The Worshipful Company of Lenses Makers", l'intento era di mantenere il controllo della qualità così da proteggere gli interessi dei propri membri.

   


Nel 1700, gli occhiali venivano comperati dalla piccola nobiltà sia che ne avessero bisogno che no perché questi erano considerati un segno di intelligenza e raffinatezza.
Alle classi inferiori era proibito indossare occhiali in pubblico, anche se potevano economicamente permetterselo.
Gli occhiali erano, infatti, così costosi che venivano lasciati in eredità nei testamenti dell'alta società. Nei primi anni del 1950 comparve il primo set di lenti a contatto. Erano fatte di vetro rigide e difficilmente tollerate dai portatori.

La tecnologia diede un grosso aiuto con l'avvento della nuova plastica (sia per le lenti che per gli occhiali), e si cominciò a vedere un'evoluzione nelle lenti morbide, a cui non solo ci si abituava più facilmente ma potevano essere portate più a lungo ogni giorno.
Ma i consumatori non erano ancora contenti. Cominciarono a lamentarsi del trambusto causato dalla manutenzione delle lenti. Qualcuno divenne intollerante sia ai liquidi per il mantenimento delle lenti sia alle lenti a contatto stesse.
Forse è per questa ragione, visto che oltretutto gli occhiali non sono amati da tutti, che si è cominciato a fare ricerche sulla chirurgia refrattiva per correggere definitivamente i difetti visivi.